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Esce per la collana "Porta Maggiore. I narratori" questo libro 'centrale', 'presente', silloge di racconti di Pericle Camuffo che "respira, fin da bambino, l'aria densa delle fabbriche chimiche e della frontiera orientale". "Racconti che si alzano dall'acqua e cercano il cielo, la profondità del tempo andato via lasciando traccia, cicatrice. Futuro tradito, rabbia, malinconia, il peso duro e a volte indifferente dell'età, qui prendono la mira e vanno a bersaglio dentro l'anima di una generazione cresciuta nel fumo delle corriere e dei vestiti larghi che ci si passava tra fratelli. Pericle Camuffo non scrive nostalgie. Mentre scava all'indietro, la sua narrazione scarta i reperti inutili, le memorie facili, spoglia e svela a una a una tutte le indulgenze, i nostri piccoli alibi". Così leggiamo nella prefazione di Maurizio Mattiuzza.